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Tutelare l’ambiente vuol dire rispettare le regole. Soprattutto quando si procede con operazioni di smaltimento dei cosiddetti rifiuti speciali, è indispensabile seguire accuratamente le normative vigenti in materia. Oggi, ancora più che in passato, i prodotti al neon come i tubi e le lampade, sono molto utilizzati in quanto registrano un consumo energetico molto basso. Ecco perché risulta importante saper smaltire adeguatamente questi prodotti.

Smaltimento tubi neon

Lo smaltimento tubi al neon ha come codice Cer 200121. Come già anticipato, le norme ambientali classificano lampade e tubi al neon come rifiuti speciali pericolosi (vengono considerati dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche – RAEE) in quanto entrambi i prodotti contengono mercurio, un metallo estremamente tossico per la salute delle persone se disperso nell’ambiente. Lo smaltimento delle lampade neon e dei tubi deve essere effettuato necessariamente da operatori del settore che siano stati autorizzate dal Ministero dell’Ambiente. Lampade e tubi al neon non vanno smaltiti nelle normali discariche, ma devono essere portati in adeguati centri di raccolta. Nel caso in cui non dovessero essere portate a termine le corrette pratiche di smaltimento, si può andare incontro a sanzioni amministrative molto pesanti che possono essere commissionate da più organi di controllo come l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, le ASL locali, Carabinieri e Guardia di Finanza.

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Lo smaltimento delle bombolette spray utilizzate in genere nelle officine meccaniche, deve essere effettuato con la massima attenzione. Innanzitutto, bisogna accertarsi che le bombolette siano completamente prive di sostanze pericolose. Non va mai dimenticato, infatti, che ogni tipo di gas presente all’interno di un contenitore metallico, può essere infiammabile se dovesse venire a contatto con fonti di calore e agenti atmosferici. In alcuni casi alcuni sbalzi termici hanno causato l’esplosione della stessa bomboletta, con ovvie conseguenze negative per l’ambiente e per le persone. Inoltre, è sempre opportuno controllare che il prodotto presente nella bomboletta sia tossico per l’ambiente.

Come funziona lo smaltimento delle bombolette spray vuote?

Come già anticipato, quando si procede con lo smaltimento delle bombolette spray, è sempre importante verificare che queste siano completamente vuote.

Il codice Cer di questa speciale categoria comprendente i contenitori a pressione vuoti è il 150111. Nel caso in cui ci fossero gas residui, si potrebbero utilizzare anche i codici relativi alla subcategoria 16.06. Dalle bombolette vanno eliminati i nebulizzatori e i tappi in plastica, da smaltire separatamente. Va ricordato sempre che questo genere di materiali di alluminio possono
essere riciclati soltanto se sulla confezione non è riportano alcun simbolo di pericolo. In caso contrario bisognerà conferire la bomboletta nelle isole ecologiche RUP (Rifiuto Urbano Pericoloso) o in contenitori adeguati alla raccolta di questo genere di rifiuti.

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Nel settore dell’automotive la procedura di smaltimento rifiuti non è sempre semplice in quanto si ha spesso a che fare con parti meccaniche e pezzi degli autoveicoli di diverse tipologie. Va comunque detto che negli stabilimenti italiani di questo settore vengono utilizzate tecniche di alto livello allo scopo di garantire in una fase successiva un adeguato processo di smaltimento degli scarti di produzione.

Le officine e le carrozzerie producono ogni giorno una quantità enorme di rifiuti nocivi per l’ambiente. In questo caso bisogna sempre osservare tutte le procedure adatte alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti prodotti che, a seconda dei casi, possono risultare non pericolosi come ad esempio le pastiglie dei freni e i rottami ferrosi, o speciali pericolosi come gli oli usati, il liquido antigelo e tanto altro.

Cosa fare per smaltire rifiuti automotive?

Una corretta procedura di smaltimento dei rifiuti automotive, prevede innanzitutto la registrazione della tipologia del prodotto da smaltire attraverso la compilazione della documentazione fiscale. I rifiuti dovranno poi essere sistemati in contenitori isolati e adatti all’uso che se ne deve fare.

Individuata la tipologia del rifiuto da smaltire, al titolare dell’officina spetterà il compito di associare al prodotto il suo corretto codice Cer per poi procedere alla temporanea conservazione. Sempre il titolare, successivamente, dovrà ingaggiare una ditta specializzata che sia iscritta all’Albo dei Gestori Ambientali. Il trasportatore, terminata la procedura di smaltimento, dovrà rilasciare un documento che attesti l’operazione di smaltimento negli appositi impianti. Ogni anno si sarà obbligatorio informare le autorità competenti sul numero e sulla tipologia dei rifiuti prodotti in officina.

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Chi lavora nel settore meccanico e industriale, sa bene che gli oli esausti rientrano nella categoria dei rifiuti pericolosi. Se smaltiti non correttamente, potrebbero rivelarsi nocivi per l’uomo e inquinanti per l’ambiente. Al contempo, se trattato con le dovute accortezze, l’olio esausto può rivelarsi un’ottima risorsa economica in quanto può essere rigenerato.

Prima di parlare della normativa per lo smaltimento oli esausti bisogna ricordare che questo genere di prodotti possono provenire dagli scarti industriali (in questo caso sono chiari), dalle automobili (scuri) e, tra le altre cose, dagli scarti delle fritture.

Chi detiene olio esausto in quantità superiore a 300 litri, ha l’obbligo di stivarlo in modo corretto, evitando di miscelarlo con sostanze tossiche per poi cederlo e trasferirlo ad imprese autorizzate alla sua raccolta ed eliminazione.

Normativa smaltimento olio esausto

La normativa sullo smaltimento dell’olio esausto, prevede un processo di gestione ben preciso. Innanzitutto bisogna individuare il prodotto tramite un codice CER che, come abbiamo già anticipato, rientra nella lista dei rifiuti pericolosi. Non bisogna mai dimenticare che i rifiuti speciali non pericolosi sono quelli di lavorazione industriale, artigianale, commerciale, prodotti dalle attività di recupero e smaltimento dei rifiuti, prodotti dalle attività di demolizione, costruzione, attività di scarto, mentre i rifiuti speciali pericolosi provengono da prodotti di scarto da processi chimiciindustriali, prodotti di scarto della raffinazione del petrolio, prodotti di scarto derivati dall’attività metallurgica, prodotti di scarto dell’industria fotografica, solventi, oli esausti e tanto alto. Lo smaltimento in questo caso specifico prevede la sistemazione degli oli esausti in appositi contenitori stagni facendo attenzione a non mischiarli con altri liquidi.

Il produttore, prima di procedere con le operazioni di trasporto per lo smaltimento, avrà il compito di compilare un formulario di identificazione del rifiuto per renderlo tracciabile. La fase di trasporto dei rifiuti industriali nell’impianto di destinazione finale, deve seguire precise disposizioni definite dalla norma di riferimento. In questo caso ci riferiamo al d.lgs. 27 gennaio 1992, n.95 che è la normativa che riguarda proprio la raccolta e lo smaltimento degli oli usati di natura industriale e
privata.

È importante tenere presente che i mezzi impiegati per il trasporto devono essere autorizzati dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali. Gli oli esausti non possono essere scaricati nelle acque  interne di superficie, in quelle sotterranee, in quelle marine e nelle canalizzazioni. Chi non osserva i divieti sullo smaltimento oli esausti, rischia l’arresto fino a due anni o l’ammenda da 2600 a 26mila euro.

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Gli oli esausti rientrano nella categoria dei rifiuti pericolosi. Il loro smaltimento, infatti, potrebbe rivelarsi nocivo per l’ambiente se non dovesse essere portato a termine in maniera attenta e adeguata.

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