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Tag: smaltimento oli esausti normativa

Chi lavora nel settore meccanico e industriale, sa bene che gli oli esausti rientrano nella categoria dei rifiuti pericolosi. Se smaltiti non correttamente, potrebbero rivelarsi nocivi per l’uomo e inquinanti per l’ambiente. Al contempo, se trattato con le dovute accortezze, l’olio esausto può rivelarsi un’ottima risorsa economica in quanto può essere rigenerato.

Prima di parlare della normativa per lo smaltimento oli esausti bisogna ricordare che questo genere di prodotti possono provenire dagli scarti industriali (in questo caso sono chiari), dalle automobili (scuri) e, tra le altre cose, dagli scarti delle fritture.

Chi detiene olio esausto in quantità superiore a 300 litri, ha l’obbligo di stivarlo in modo corretto, evitando di miscelarlo con sostanze tossiche per poi cederlo e trasferirlo ad imprese autorizzate alla sua raccolta ed eliminazione.

Normativa smaltimento olio esausto

La normativa sullo smaltimento dell’olio esausto, prevede un processo di gestione ben preciso. Innanzitutto bisogna individuare il prodotto tramite un codice CER che, come abbiamo già anticipato, rientra nella lista dei rifiuti pericolosi. Non bisogna mai dimenticare che i rifiuti speciali non pericolosi sono quelli di lavorazione industriale, artigianale, commerciale, prodotti dalle attività di recupero e smaltimento dei rifiuti, prodotti dalle attività di demolizione, costruzione, attività di scarto, mentre i rifiuti speciali pericolosi provengono da prodotti di scarto da processi chimiciindustriali, prodotti di scarto della raffinazione del petrolio, prodotti di scarto derivati dall’attività metallurgica, prodotti di scarto dell’industria fotografica, solventi, oli esausti e tanto alto. Lo smaltimento in questo caso specifico prevede la sistemazione degli oli esausti in appositi contenitori stagni facendo attenzione a non mischiarli con altri liquidi.

Il produttore, prima di procedere con le operazioni di trasporto per lo smaltimento, avrà il compito di compilare un formulario di identificazione del rifiuto per renderlo tracciabile. La fase di trasporto dei rifiuti industriali nell’impianto di destinazione finale, deve seguire precise disposizioni definite dalla norma di riferimento. In questo caso ci riferiamo al d.lgs. 27 gennaio 1992, n.95 che è la normativa che riguarda proprio la raccolta e lo smaltimento degli oli usati di natura industriale e
privata.

È importante tenere presente che i mezzi impiegati per il trasporto devono essere autorizzati dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali. Gli oli esausti non possono essere scaricati nelle acque  interne di superficie, in quelle sotterranee, in quelle marine e nelle canalizzazioni. Chi non osserva i divieti sullo smaltimento oli esausti, rischia l’arresto fino a due anni o l’ammenda da 2600 a 26mila euro.

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