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Remanufacturing: la prossima rivoluzione industriale cambia anche la gestione dei rifiuti industriali

L’emergenza sanitaria da Covid-19 che sta attraversando l’intero pianeta e in special modo l’Italia, ha provocato un forte rallentamento, e in molti casi un blocco totale, delle produzioni industriali con conseguente disagio economico.

Un problema che ha riguardato anche il settore della gestione dei rifiuti industriali e che ha allargato la discussione sull’apertura totale e definitiva a un nuovo modello industriale, il remanufacturing che, se utilizzato su ampia scala già negli ultimi mesi, probabilmente avrebbe limitato non di poco le difficoltà patite in molti settori a causa degli effetti della pandemia.

Ma cos’è il remanufacturing?

Stiamo parlando di rigenerazione nell’industria mondiale, grazie alla quale un prodotto o un componente precedentemente venduto, usurato o non funzionante, viene rivitalizzato, o meglio, portato a una condizione nuova o migliore della nuova, per essere reintrodotto sul mercato garantendo qualità massima ed efficienza.

Soltanto cinque anni fa, in Europa il remanufacturing valeva 30 miliardi di euro, tra dieci anni, secondo le previsioni dello European Remanufacturing Network, arriverà ad avere lo stesso valore che ha negli Stati Uniti oggi, e cioè 100 miliardi. Ma oltre che economici, i benefici sono e saranno anche ambientali con particolare attenzione al settore delle auto.

Come abbiamo detto, il remanufacturing, grazie alla sua capacità di rimettere a nuovo un vecchio prodotto, garantisce una serie di vantaggi di non poco conto.

Innanzitutto per il produttore che in questo modo ha un guadagno maggiore in quanto può riutilizzare un prodotto (anche di scarto) già messo sul mercato.

Si passa poi al cliente che spende di meno e ha a disposizione un prodotto rigenerato e di altissima qualità. Anche i lavoratori possono trarre dei vantaggi, in quanto la loro manodopera in questo specifico ambito è molto richiesta.

Infine, un aspetto da non sottovalutare è quello ambientale: grazie al minore consumo di energia e materia prima, i rifiuti industriali da smaltire saranno ridotti drasticamente.

La gamma di prodotti da rigenerare sono molti e spaziano in diversi settori: aerospaziale, ferroviario, automotive, elettronica, elettromedicale, abbigliamento, mobili, telecomunicazioni e tanto altro. Grandi aziende come ad esempio Renault, Bmw, Bosch, Boeing, Ricoh e Knorr Bremse hanno intrapreso questo percorso. Un percorso quello del remanufacturing che va di pari passo con l’economia circolare, capace di rigenerarsi da sola grazie al riutilizzo di materiali allo scopo di ridurre notevolmente gli sprechi.

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