Piattaforme e trivellazioni petrolifere: Ecco la situazione dopo il referendum
Se ne è parlato tanto durante questi ultimi mesi. Si è detto tutto e il contrario di tutto su piattaforme petrolifere, trivellazioni, inquinamento da petrolio, ecc.. Ma alla luce del risultato del referendum del 17 aprile forse è utile fare un po’ di chiarezza sull’argomento che ha infiammato il dibattito su chi era contrario alle trivellazioni e chi invece era favorevole.
Ma come stanno realmente le cose?
Anzitutto l’esito del referendum ha sancito che le compagnie petrolifere possano continuare ad estrarre gas e petrolio, entro le 12 miglia dalla costa, senza alcun limite di tempo. O meglio, fino a quando il giacimento non sarà esaurito. La natura dell’impatto ambientale di tale decisione è abbastanza rilevante, non solo dal punto di vista paesaggistico ma anche da quello dell’inquinamento che queste attività estrattive potrebbero arrecare all’ambiente circostante. Va ricordato infatti che le piattaforme petrolifere sono attività industriali a tutti gli effetti, con tutti i problemi connessi allo smaltimento dei rifiuti pericolosi e ai possibili incidenti, che in un mare “chiuso” come il Mediterraneo potrebbero essere anche molto gravi.
La critica più incisiva che veniva mossa ai fautori del SI consisteva nella possibile perdita di posti di lavoro. Lavorare sulle piattaforme petrolifere infatti è ancora un impiego piuttosto ricercato e ben remunerato. Associazioni no-profit, come ad esempio Legambiente, invece denunciavano una perdita occupazionale nel settore già in essere da qualche anno, complice la crisi economica e un utilizzo sempre più massivo delle energie rinnovabili. Sempre secondo queste associazioni, i posti di lavoro potrebbero addirittura aumentare con le operazioni di dismissione delle piattaforme petrolifere ormai in disuso con conseguente smaltimento di rifiuti di vario genere ad opera di ditte specializzate e quindi con ricadute occupazionali non di poco conto.
Insomma i pareri sono tutt’ora contrastanti ma il quadro normativo sembra essersi stabilizzato dopo il mancato raggiungimento del quorum del referendum. Un esito che ha sancito che in Italia si potrà continuare ad estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia dalla costa, fino ad esaurimento del giacimento.
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