• Home
  • Inquinamento ambientale. Nuova interpretazione della Corte di Cassazione

Inquinamento ambientale. Nuova interpretazione della Corte di Cassazione

In merito al delitto di inquinamento ambientale, La Corte di Cassazione ha precisato nella sentenza 46170 del 2016, alcuni concetti sulla sussistenza degli elementi che vanno ad integrare il reato il cui testo è riferito all’articolo 452 bis del Codice Penale che enuncia:

“E’ punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000 chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili:

  • Delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo;
  • Di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.

Quando l’inquinamento è prodotto in un’ area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata”.

La condotta abusiva quindi punta il dito su pratiche di smaltimento rifiuti illecito, ma anche abbandono di rifiuti speciali e qualsiasi altra pratica che possa cagionare “una compromissione o un deterioramento” del paesaggio naturale.

Nello specifico la compromissione viene definita dalla suprema Corte come una “condizione di rischio o pericolo che potrebbe definirsi di squilibrio funzionale, mentre il deterioramento uno squilibrio strutturale.

Infine la Corte ha anche precisato che “non assume rilievo la reversibilità del fenomeno inquinante, se non come uno degli elementi di distinzione tra il delitto in esame e quello, più severamente punito, del disastro ambientale di cui all’art. 452 quater cod.pen.”

Facebooktwittergoogle_pluslinkedin

Tag: , , ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *