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I rifiuti speciali assimilati a quelli urbani: Nuove regole in arrivo

Atteso ormai da molti anni il decreto che stabilirà nuovi criteri per la classificazione rifiuti, il Tar Lazio stavolta si pronuncia in modo chiaro e perentorio.

Con la sentenza del 13 aprile scorso, il Tar del Lazio ha concesso i 120 giorni canonici al Ministero dell’Ambiente per l’adozione del decreto, in relazione all’articolo 195, comma 2, lett. e, Dlgs 152/2006, per chiudere finalmente dopo diversi decenni un capitolo rimasto ancora in sospeso nel complesso settore dello smaltimento rifiuti speciali.

Fino ad ora i Comuni hanno continuato ad assimilare i rifiuti speciali ai rifiuti urbani secondo criteri risalenti ormai a più di trent’anni fa – dalla Delibera interministeriale datata 1984 – con situazioni ormai anacronistiche che hanno consentito ai Comuni di utilizzare le tasse dovute per la produzione dei rifiuti speciali anche per risanare i bilanci della pubblica amministrazione.

La decisione del Tar Lazio si rifà ad una sentenza particolare, pubblicata da poco, che ha visto un’azienda emiliana, ricorrente contro il Ministero dell’Ambiente, appellarsi alla mancata assimilazione del decreto per la definizione dei nuovi criteri di classificazione.

L’azienda lamentava infatti l’eccessiva assimilazione dei rifiuti speciali prodotti a quelli urbani, con evidenti ricadute economiche positive sui bilanci dell’amministrazione comunale. Il Tar Lazio ha dato ragione all’azienda concedendo 120 giorni al Ministero dell’Ambiente per adottare il decreto. È ragionevole pensare che a questo punto il Ministero passi all’adozione effettiva entro il tempo stabilito. In caso contrario è prevista la nomina di un commissario “ad acta” per espletare tutte le procedure, con però inevitabili allungamenti burocratici.

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