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ECONOMIA CIRCOLARE: Il parlamento europeo stima una crescita del PIL fino al 7% entro il 2035

Le stime del parlamento europeo inducono a pensare positivo

Dopo l’approvazione del Parlamento Europeo, nel giugno dello scorso anno sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea le direttive riguardanti il pacchetto sull’ economia circolare. Gli stati membri dovranno recepirle entro il 5 luglio del 2020. Le direttive sono in tutto quattro. L’obiettivo è quello di indurre le imprese a realizzare prodotti con materiali nuovi, totalmente riutilizzabili e che non producano scarti. Un altro traguardo che si prevede di raggiungere in tempi ancora più rapidi è quello di responsabilizzare le imprese nella gestione degli scarti prodotti.

Le stime del Parlamento europeo inducono a pensare positivo: l’economia circolare andrebbe a favorire una crescita del PIL fino al 7 per cento entro il 2035. Una tesi che trova riscontro anche in Confindustria secondo cui “le nuove direttive oltre a migliorare l’ambiente, con una riduzione media annua delle emissioni di 617 milioni di tonnellate di Co2 equivalente, avranno anche un impatto positivo sull’occupazione, con almeno 500 mila posti di lavoro in più”.

Ma vediamo quali sono gli scopi che si intendono raggiungere.

Entro il 2025 dovrà avvenire il riciclo per almeno il 55 per cento dei rifiuti urbani; il 60 per cento entro il 2030 e il 65 per cento entro il 2035. Si vincola lo smaltimento in discarica fino a un massimo del 10 per cento entro il 2025. Per quanto riguarda gli imballaggi, il 65 per cento dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70 per cento entro il 2030. Le famiglie dovranno raccogliere i rifiuti tessili e pericolosi (vernici, oli, solventi ecc.) separatamente dal 2035. Dal 2025 i rifiuti biodegradabili dovranno essere raccolti separatamente o riciclati a casa attraverso il compostaggio. La quota di rifiuti urbani da smaltire nelle discariche dovrà avere un massimo del 10 per cento entro il 2035.

 

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