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SOS AMIANTO: pubblicato il rapporto Legambiente sui ritardi nell’attuazione dei piani regionali

L’amianto continua ad essere uno dei principali problemi del settore edile. In particolare, il suo smaltimento presenta ancora numerose criticità e l’ultimo rapporto Legambiente non fa altro che dimostrarlo.

La questione relativa allo smantellamento di uno dei materiali più pericolosi in circolazione rimane aperta. Ogni anno, in Italia oltre 6 mila persone muoiono proprio a causa dell’amianto, che può far male per vie respiratorie. I dispositivi che contengono tale elemento possono provocare il terribile mesotelioma maligno, un vero e proprio cancro in grado di uccidere in pochissimo tempo. Una nuova indagine riguardo all’argomento si basa su sette parametri ben precisi, dal censimento alle bonifiche su base regionale, passando per il Piano Regionale Amianto, il monitoraggio, lo smaltimento, la formazione e i costi e incentivi. Il risultato finale delle varie domande poste agli addetti ai lavori non è tra i più lusinghieri.

Il rapporto ha previsto una raccolta di dati provenienti da 66 mila siti appartenenti a 15 regioni italiane. Oltre mille siti fanno parte della categoria dei ricadenti in prima classe, con una situazione disastrosa soprattutto in Piemonte. Ancora oggi, l’amianto è presente in più di 370 mila strutture, tra le quali edifici pubblici, tetti, coperture e siti industriali. Una buona parte di questi edifici è stata già bonificata, ma in questo ambito c’è tanto da lavorare. La situazione è così complicata a causa di diversi fattori, tra i quali la carenza di impianti e l’inadempienza di alcune regioni a determinati piani regionali. Legambiente chiede al Parlamento che si torni a discutere sulla redazione di un Testo Unico per la normativa sull’amianto, condotto al Senato nel novembre del 2016 e mai promulgato.

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