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Economia circolare, come vengono recepite in Italia le quattro direttive UE

L’economia circolare è un sistema economico che favorisce la diffusione di idee di rigenerazione, riciclo e riuso, in cui i materiali vengono appunto riutilizzati. Un sistema che è in grado quindi di rigenerarsi assicurando anche la sua ecosostenibilità.

In Italia, secondo studi recenti portati a termine da Legambiente, oltre il 50 per cento delle aziende che hanno investito nell’economia circolare hanno aumentato la loro offerta occupazionale.

Economia circolare: le quattro direttive UE

Va detto che già nel 2014 la commissione europea ha dato slancio a una nuova filosofia in materia di rifiuti attraverso appunto un modello di economia circolare. Due anni più tardi, sempre tramite l’iniziativa della commissione, si è dato spazio a un piano di azione sulla gestione dei rifiuti che rendesse migliore, al contempo, la gestione delle risorse. Nel 2018, l’Unione Europea ha emanato quattro direttive di economia circolare, racchiuse in un pacchetto chiamato “Circular Economy Package”.

La prima direttiva pone l’accento sul fine vita dei veicoli, di batterie e accumulatori e relativi rifiuti e su AEE e RAEE; la seconda riguarda lo sfruttamento del suolo per lo smaltimento dei rifiuti in discarica; la terza si concentra sulla gestione e sul tracciamento dei rifiuti; la quarta e ultima direttiva si occupa di rifiuti da imballaggi.

L’economia circolare in Italia

Il pacchetto europeo che comprende le quattro direttive di economia circolare, è stato recepito in Italia attraverso quattro decreti legislativi pubblicati lo scorso 3 settembre 2020. Nel D.lgs. 119/2020 vengono apportate alcune modifiche al D.lgs 209/2003 sulla gestione del fine vita dei veicoli, come ad esempio l’introduzione del comma 1-bis nell’articolo 5, in cui si evidenzia che il veicolo accettato dal concessionario, con i documenti del detentore del veicolo necessari alla radiazione dal PRA, deve essere gestito in regime di deposito temporaneo ai fini del successivo trasporto al centro di raccolta autorizzato. Le operazioni di messa in sicurezza del veicolo fuori uso dall’ingresso del veicolo nel centro di raccolta dovranno avere un limite di 10 giorni lavorativi, mentre è stato introdotto l’obbligo di pesatura del veicolo fuori uso all’ingresso del centro di raccolta. Il decreto punta a favorire il riutilizzo di parti di veicoli fuori uso e incoraggia ad andare verso il riciclo di impianti di frantumazione.

Nel decreto D.lgs. 118/2020 vengono recepiti gli articoli 2 e 3 della direttiva europea in materia di pile e accumulatori e relativi rifiuti. Tra le varie modifiche adottate in Italia emergono quelle riguardanti le apparecchiature elettriche ed elettroniche di fotovoltaico. Il finanziamento della gestione di questi rifiuti è a carico dei produttori, indipendentemente dalla data di immissione sul mercato delle apparecchiature e dall’origine domestica o professionale, con eccezione per gli strumenti di garanzia finanziaria attivati dai produttori per la gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici incentivati posti in essere prima della entrata in vigore del nuovo decreto.

Il D.lgs. 121/2020 modifica il sistema dei criteri di ammissibilità dei rifiuti nelle discariche, vietando lo smaltimento in discarica di tutti i rifiuti riciclabili o idonei al recupero di altro tipo, con particolare riferimento ai rifiuti urbani.

Infine il D.lgs. 116/2020 punta la sua attenzione soprattutto sulla riforma del sistema di Responsabilità estesa del produttore di un bene, individuandone le responsabilità, i compiti e i ruoli, incoraggiando in particolar modo la progettazione di prodotti in grado di ridurre la produzione di rifiuti e l’impatto ambientale.

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